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M A K E D O 🍂 è una piccola enciclopedia portatile dei tanti doni della natura.
Piena di descrizioni, consigli e curiosità.
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🌱🏷 CETERACH OFFICINARUM

Cedracca, Spaccapietre o Erba Ruggine.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ceterach_officinarum

Si tratta di una felce della famiglia delle Aspleniaceae tipica dell'Europa centrale.

La specie è comune in Eurasia, nelle regioni a clima mite e in stazioni secche e calde.

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🌱🏷 CEDRACCA

La Cedracca cresce sui vecchi muri a secco e sulle rocce in zone umide, soleggiate e calcaree.

In fitoterapia viene utilizzato maggiormente il nome di Erba Spaccapietra.

È una piccola Felce che raggiunge i 15/20 cm di altezza, con foglie disposte a rosetta dalla forma lineare e lanceolata.

La Cedracca è facilmente distinguibile dalle altre Felci grazie all'aspetto più carnoso delle foglie.

Nella pagina inferiore, le foglie contengono gli sporangi detti sori, somiglianti per forma e dimensione a delle lenticchie, che a maturità assumono un colore tra il rosso e il marrone, da qui il nome volgare di Erba Ruggine.

I sori contengono, a loro volta, le spore.

Le foglie si raccolgono nella tarda estate, evitando sempre le zone più inquinate, e possono essere essiccate per un uso successivo.
La radice, invece, si raccoglie in autunno.

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CEDRACCA

🍂🏷 PROPRIETÀ E USI TERAPEUTICI

È utilizzata principalmente per coadiuvare l’eliminazione di calcoli renali e nel trattamento di disturbi dell’apparato urinario.

I componenti attivi includono sali minerali, mucillagini, tannini, flavonoidi, acido caffeico, acido gallico e acido clorogenico.

Ha proprietà terapeutiche, sedative, astringenti, espettoranti e diuretiche.

Guarda anche https://www.vivodibenessere.it/erba-spaccapietra/

È un antinfiammatorio e un analgesico naturale, poiché sfiamma i tessuti e attenua gli spasmi diminuendo così la percezione del dolore.

È un ottimo rimedio in caso di febbre e pressione arteriosa.

È utile anche come blando lassativo, e per contrastare batteri e vermi intestinali.

Per quanto riguarda l’uso cosmetico, viene usata come decongestionante per pelli arrossate, applicata calda per far maturare i foruncoli, o per risciacquare i capelli per fortificarli.

Si prega di informarsi sulle eventuali controindicazioni.

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CEDRACCA

🍂🏷 RIMEDI NATURALI

Viene utilizzata l’intera pianta, poiché, sia il gambo, sia i fiori, sia le radici, sia i frutti, hanno proprietà medicinali.

La radice cotta è indicata per chi soffre di coliche e patologie del fegato.

Il rizoma cotto, è indicato per la tosse e come diuretico.

Guarda anche https://www.paginegialle.it/magazine/bellezza/benefici-e-controindicazioni-dell-erba-spaccapietra-13440

Se vuoi sfruttare al massimo le proprietà diuretiche della pianta, prepara una tisana con una manciata di foglie fresche per ogni litro d’acqua e bevine un bicchiere prima di ogni pasto principale, per 1 o 2 giorni.


La CEDRACCA, inoltre, regola i livelli di zucchero e di colesterolo nel sangue.

In caso di diabete, puoi preparare un decotto con la pianta intera, e berlo 2 volte al giorno, la prima a digiuno e la seconda prima di andare a dormire.

In caso di colesterolo alto, basta preparare un decotto delle foglie, e consumarne una tazza 2 volte al giorno, prima dei pasti.

Grazie alle proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche della CEDRACCA, l'infuso possiede una particolare efficacia nel ridurre i dolori mestruali ed aiuta a far scendere la febbre.

È altamente sconsigliato l’uso ai bambini.
Si prega di informarsi sulle eventuali controindicazioni.

Nel caso invece tu voglia utilizzare la CEDRACCA come antinfiammatorio, ad uso esterno e locale, anche delle vie urinarie, puoi utilizzare dei decotti e degli impacchi preparati con circa 40 grammi della pianta sminuzzata in un litro d'acqua, lasciandola in infusione per circa 20 minuti.

Guarda anche https://viverepiusani.it/sciogliere-i-calcoli-renali-lerba-spaccapietra/?amp=1

🍂🏷 L'ERBA SPACCAPIETRA CONTRO I CALCOLI RENALI
https://t.me/makedolartedelsapere/111

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CEDRACCA

🍂🏷 L'ERBA SPACCAPIETRA CONTRO I CALCOLI RENALI

La Cedracca o Erba Spaccapietra ha un importante impatto sulla cinetica di cristallizzazione dell’ossalato di calcio monoidrato, di cui sono fatti i calcoli, inibendone così, la crescita e l’aggregazione, grazie alla sua azione anti-litiasica.

Questa azione rende i calcoli più piccoli e concavi, rendendo più difficile la loro adesione alle cellule tubulari renali e favorendo così l’eliminazione dei cristalli attraverso le urine.

Guarda anche https://www.erboristeriacomo.it/2021/11/12/erba-spaccapietra-per-calcoli-renali/

Il modo più comune di contrastare i calcoli con quest’erba è quello di preparare una tisana.

Il sapore è abbastanza amaro, quindi lo si può addolcire con un po’ di miele.

Guarda anche https://erbesalus.it/contro-i-calcoli-renali-un-valido-rimedio-naturale-lerba-spaccapietra/

Fai bollire mezzo litro d’acqua e una volta raggiunta l’ebollizione, metti in infusione circa 20 grammi delle foglie sminuzzate ed essiccate per almeno 10 minuti.

Si devono, dunque, versare approssimativamente 4 cucchiai, della pianta sminuzzata, in un litro d'acqua.

Affinché l'infuso sia davvero efficace contro i calcoli renali, è fondamentale assumere almeno 3 tazze al giorno, preferibilmente al mattino, al mezzogiorno e alla sera, prima dei pasti.

Questa cura va ripetuta a lungo, sino all'eliminazione dei calcoli, che usciranno senza coliche.

Guarda anche https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/salute/calcoli-renali-rimedi-naturali/

È sconsigliata, tuttavia, l'assunzione per più di 6 giorni consecutivi.
Se il periodo di cura si prospetta più lungo, è consigliato fare una pausa circa ogni 5 giorni, per poi riprendere il trattamento, e così via.

Guarda anche https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/nutrizione/calcoli-renali-cibi-da-evitare/?amp

Si prega di informarsi sulle eventuali controindicazioni.

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🍂🏷 CENERE
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Cenere

In chimica analitica, la cenere rappresenta quella porzione di un campione, liquido o solido, di una sostanza o di un materiale che non brucia e non si trasforma in composti volatili durante la combustione.

È una polvere molto fine di colore grigio, in quasi tutte le tonalità, dal nerofumo ad un grigio chiarissimo, quasi bianco.

La sua composizione varia a seconda del tipo di combustibile da cui ha origine e dalla temperatura di combustione.

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CENERE

🪴🏷 ELEMENTI NUTRITIVI PER IL TUO GIARDINO

La cenere apporta al terreno la giusta quantità di potassio, fosforo, calcio e magnesio.

Il potassio incentiva la fioritura e la produzione dei frutti, ed il fosforo sostiene lo sviluppo di radici e germogli, irrobustendo anche lo stelo.
Il calcio è un regolatore e messaggero cellulare e ha un ruolo essenziale nella produzione e maturazione dei frutti, ed il magnesio, invece, è un costituente strutturale fondamentale della molecola della clorofilla.

Gli elementi come il potassio, il fosforo ed il magnesio, sono sali minerali che la cenere rende disponibili in modo graduale.

Guarda anche https://www.unmaco.it/elementi-nutritivi-piante

I legni più giovani producono una cenere molto più ricca in sostanze organiche rispetto ai legni vecchi.
Un’altra differenza possiamo rinvenirla tra i legni teneri e i legni duri.
Questi ultimi contengono molte più sostanze nutritive rispetto a quelli teneri, oltre a produrne molta più.
Pensa che un legno duro come l’acero o il ciliegio produce anche tre volte la quantità di cenere di un legno morbido dello stesso peso.

Guarda anche https://passioneinverde.edagricole.it/concime-gli-elementi-nutritivi-per-le-piante/

Il nutrimento che la cenere dà al terreno, tuttavia, non è completo, essendo completamente privo di azoto e di carbonio.
Per questo motivo, viene dunque considerata un concime incompleto, e va sempre associata ad un altro tipo di concime, come il compost o il letame maturo.

La composizione della cenere varia in virtù delle temperature raggiunte, a causa delle quali, variano le frazioni minerali che possono volatilizzarsi.

Quando il legno brucia, infatti, azoto e zolfo si disperdono sotto forma di gas, rimangono invece composti di potassio, magnesio e calcio, in percentuali ridotte.

🪴🏷 QUALCHE CONSIGLIO SULL'UTILIZZO DELLA CENERE COME AMMENDANTE
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CENERE

🪴🏷 CENERE PER IL TUO GIARDINO

La cenere più adatta alla concimazione è quella ricavata dal legno e deve presentarsi molto fine e di colore grigio.

La migliore utilizzata è quella prodotta dalla bruciatura di legno della campagna stessa ad esempio resti di potatura degli alberi, soprattutto ulivo e alloro, e dai residui della legna di abete, acacia, acero, betulla, castagno, ciliegio, faggio, pino, pioppo, quercia...

Non va mai utilizzata la cenere da carbone fossile, perché può contenere alte percentuali di metalli pesanti come piombo, cromo, nichel, cadmio e altri ancora.

Un accorgimento importantissimo da tenere sotto controllo è quello di impiegare legna che non sia stata trattata con sostanze chimiche, vernici, colle o su cui sono presenti film protettivi.

La cenere non va mai utilizzata in combinazione con concimi che contengono solfato di ammonio, urea o nitrato di ammonio.

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CENERE

🪴🏷 QUALCHE CONSIGLIO SULL'UTILIZZO DELLA CENERE COME AMMENDANTE

È consigliato utilizzare la cenere solo dopo averla messa a bagno in acqua e dinamizzata per circa 20 minuti, per poi essere irrorata.

La cenere, tuttavia, viene utilizzata anche così com'è, ma dev'essere distribuita in modo uniforme, per evitare la formazione di grumi, poiché un’eccessiva concentrazione di cenere potrebbe aumentare eccessivamente la salinità del terreno e provocare danni alle piante.

Spargendola, quindi, in prossimità della pianta o dell’albero in questione, la cenere, può essere impiegata anche quando le colture sono già avviate.

Nell’uso diretto nel terreno si consiglia di non esagerare con i dosaggi, soprattutto se non conosci esattamente il pH del tuo terreno.

Guarda anche https://www.fruttaurbana.org/cenere-come-concime-come-si-usa/

Per il dosaggio, va ricordato che la composizione della cenere varia in virtù delle temperature raggiunte, a causa delle quali, variano le frazioni minerali che possono volatilizzarsi.

Ad esempio la cenere di una stufa può avere, in percentuale, più potassio della cenere prodotta da una caldaia, dove, raggiungendo temperature più elevate, una frazione del potassio si volatilizza.

Quindi, tecnicamente, non esiste un dosaggio preciso, visto che oltre alla composizione della stessa, molto dipende anche dal pH del suolo trattato e dalla tipologia di coltura.

Guarda anche https://agronotizie.imagelinenetwork.com/fertilizzanti/2019/07/22/cenere-di-legna-otto-consigli-per-l-utilizzo-come-fertilizzante/63769

Uno dei principali elementi, presente abbondantemente, è il calcio.
Quest'ultimo contribuisce a dare un valore di pH alla cenere molto elevato, superiore a dieci, quindi risulta fortemente basica.

Può essere dunque utilizzata solamente nei terreni con pH acido, per correggerli grazie alla presenza dell'ossido di calcio che se usato nelle corrette quantità può aiutare a riportare il terreno in una condizione neutrale.
Quindi, se hai un terreno acido, usarla in concimazione può essere vantaggioso.

Se, invece, il terreno è calcareo, alcalino e compatto, usarla può creare condizioni sfavorevoli per le piante.

È da evitare, soprattutto, se coltiviamo specie acidofile, che amano terreni acidi (con ph inferiore a 5,5).


🪴🏷 ELEMENTI NUTRITIVI PER IL TUO GIARDINO
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🪴🏷 CENERE PER IL TUO GIARDINO
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🪴🏷 ALTRI UTILIZZI DELLA CENERE IN GIARDINO
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CENERE

🪴🏷 ALTRI UTILIZZI DELLA CENERE IN GIARDINO

La cenere di legna, usata nel compost, oltre ad equilibrarne il pH, è un ottimo acceleratore per la decomposizione delle sostanze, ad opera dei vermi.
Ne basta una manciata sopra ogni strato a venire.

È, inoltre, un antiparassitario naturale.
Quando le polveri entrano a contatto con la coltura, infatti, bloccano l’apparato respiratorio degli insetti più piccoli.
A tale scopo viene disciolta in acqua e spruzzata sulle foglie.
Ti basterà mescolare un cucchiaino di cenere in 1 litro d'acqua, lasciandola a bagno per una sera.
Evita di spruzzarla sui fiori, per non aggredire gli impollinatori.

La cenere di legna rallenta la proliferazione delle alghe, poiché, rinforzando le piante acquatiche radicate nello stagno, le rende più competitive.

La cenere può essere cosparsa in terra anche per le tue galline, così che possano provvedere alla propria pulizia.
Essendo caustica, però, dovrai mescolarla con sabbia o terra.

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CENERE

🍂🏷 USI DOMESTICI DELLA CENERE

La cenere è molto efficace per eliminare i cattivi odori, perciò, oltre ad utilizzarla nel compostaggio domestico o per le la pulizia delle tue galline, la si può utilizzare anche in casa, per disinfettare i sanitari o qualsivoglia superficie odorosa, o addirittura, direttamente dentro il bidone della spazzatura.
La cenere di legno, infatti, assorbe l'umidità, e può aiutare a prevenire lo sviluppo di muffe nelle aree umide.
Puoi metterne una tazza nell’armadio, nel frigo o in cantina, per una decina di giorni, dopodiché l'effetto svanisce.
A tale scopo, ti consiglio di non privarla dei piccoli pezzi di carbone incombusti, perché aiutano con il processo di assorbimento.

La cenere è molto utile anche nell’eliminazione di grasso ed ossidazioni su vetro, stoviglie (evitando quelle in alluminio) o griglie.
Riesce, inoltre, a rimuovere i residui gommosi lasciati da adesivi ed etichette.

Consiglio la cenere per pulire un'eventuale macchia d'olio sul pavimento.
In questo caso, bisogna assolutamente setacciarla, perché degli eventuali residui di carbone, potrebbero rigare le superfici.
Poi, ti basterà cospargerla in abbondanza sulla parte interessata, lasciandola assorbire la macchia d'olio per una decina di minuti.
Una volta eliminata la miscela di cenere e olio con l'aiuto di un panno umido, potrai pulire la zona semplicemente con il tuo prodotto abituale.

Guarda anche https://www.sbircio.org/usi-alternativi-della-cenere/

La cenere si utilizza anche per togliere l’ingiallimento sui tessuti, ad esempio dalle tende.
I panni da candeggiare, possono essere messi a bagno in una bacinella contenente la liscivia durante la notte, e al mattino sono pronti per essere lavati, strofinati ed infine, risciacquati.

Si possono eliminare anche le tracce di colore dalle lavagne bianche, e strofinandola per bene, toglie, da più superfici, anche i segni del pennarello indelebile.

La cenere aiuta a rimuovere più facilmente anche le tracce di tintura per capelli.
Se non hai la pelle sensibile, ti basterà bagnare l’angolo di un panno con dell’acqua, passarlo sulla cenere e strofinarlo sulle macchie di tintura, sciacquando, successivamente, la parte interessata.
Attenzione a non utilizzare la liscivia per questo scopo, perché una volta bollita, la cenere, tenderà a diventare molto più aggressiva.

Guarda anche https://practicalselfreliance.com/wood-ash-uses/

🍂🏷 LO SAI CHE

I contadini utilizzavano la cenere di legna, impastata e pressata, in caso di bruciature, ferite e dolori muscolari.

Contro le emicranie si facevano bagni caldi ai piedi con sale e cenere di legna, in modo da riattivare la circolazione del il sangue dalla testa ai piedi.

Per l’artrite polireumatoide un rimedio è dato dalla lesia, acqua in cui è stata in ammollo, la cenere di legna, per circa 12 ore.


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CENERE

🍂🏷 LISCIVIA

Dalla cenere, con un procedimento semplicissimo, si ottiene la liscivia, un detergente naturale, sgrassante ed antibatterico.

Per preparare la liscivia è consigliabile adoperare esclusivamente la cenere ottenuta dalla legna.
L'acqua, invece, dovrebbe essere il più possibile leggera, ad esempio piovana o di fonte.

La lisciva si può utilizzare in svariati ambiti domestici.
Può essere usata anche per lavare la biancheria, nel bucato a mano, come se fosse candeggina.
Sconsiglio di utilizzarla in lavatrice, soprattutto se non viene filtrata a dovere, poiché potrebbe intasarne i filtri.

La pasta di liscivia, invece, ha un uso più limitato.
Il suo campo d’azione è circoscritto, ad esempio, alla rimozione di incrostazioni, alla pulizia di griglie, al lavaggio delle pentole in acciaio o in rame e per lucidare gli oggetti in argento.


🍂🏷 COME FARE LA LISCIVIA
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CENERE

🍂🏷 COME FARE LA LISCIVIA
https://www.coltivazionebiologica.it/lisciva-di-cenere/amp/

La liscivia non ha una scadenza precisa e può durare più di un anno, ma per conservarla nel modo migliore, bisogna fare una distinzione tra la versione liquida e quella solida.
Quella liquida va messa in una bottiglia di vetro, e quella solida, invece, può essere messa anche in un contenitore di plastica.
Entrambe vanno conservate in un luogo asciutto e non troppo caldo.

I metodi per fare la liscivia si suddividono nel procedimento a freddo, pratico per lo sporco meno ostinato, e quello a caldo, per chi desidera ottenere un potere detergente più elevato.

Il contenitore da usare dovrà essere di metallo se scegli di fabbricarla a caldo, mentre potrà essere di plastica se scegli di fabbricarla a freddo.


🍂🏷 COME PREPARARE IN CASA LA LISCIVIA CON IL PROCEDIMENTO A CALDO

Portato ad ebollizione, a fuoco lento e mescolando con frequenza, il composto viene prima stabilizzato, e poi lasciato cuocere.

La liscivia è, sostanzialmente, l’acqua di cottura della cenere.
Per ottenerla, bisogna cuocere, per circa 2 o 3 ore, 1 chilo di cenere in 5 litri d’acqua (5 a 1).

Una bollitura più prolungata ne causerà un eccessivo aumento di forza, rendendola troppo aggressiva.

La cenere, prima di bollirla, va setacciata con un colino di metallo in modo da ottenere una polvere senza pezzetti di carbone o di legno incombusto.

Si consiglia la cenere di legno duro, come la quercia o l’acero, ma puoi usare qualsiasi tipo di cenere di legna.

Dopo aver lasciato riposare il composto, la cenere si depositerà sul fondo.

A questo punto, è necessario separare l’acqua dalla cenere, prendendo l’acqua dalla superficie con un mestolo, facendo attenzione a non smuovere il fondo per non rimescolare il precipitato-cenere all'acqua-liscivia.
Lascia riposare nuovamente per poi ripetere l’operazione.

Prendi un canovaccio da cucina, legalo sopra una pentola capiente e versaci sopra tutto il composto, lasciando che si scoli da solo.
Ripeti questa operazione fino a quando l’acqua non risulta chiara.


🍂🏷 COME PREPARARE IN CASA LA LISCIVIA CON IL PROCEDIMENTO A FREDDO

Il procedimento per fare la liscivia a freddo è molto semplice.
Dopo avere setacciato bene la cenere, va versata nell’acqua, in un secchio di plastica, anche questa in un rapporto di 5 a 1, quindi cinque bicchieri d’acqua ogni un bicchiere di cenere.

La cenere e l'acqua vengono lasciati nel contenitore per un periodo di 1 a 3 settimane in estate, e 3 a 6 settimane in inverno, mescolando almeno un paio di volte al giorno.

Più la miscela viene mescolata più la liscivia acquisirà le proprietà della cenere.
L'acqua si trasformerà pian piano in liscivia assorbendo i sali caustici dalla cenere.
Più tempo si lascia la cenere in acqua, più la liscivia sarà caustica.

Trascorso il periodo, lascia riposare il composto per qualche giorno, in modo che la cenere si depositi tutta sul fondo.

La forza della liscivia così ottenuta sarà leggermente inferiore rispetto a quella ottenuta con il metodo a caldo, ma il tempo di lavoro richiesto è minimo.

🍂🏷 LISCIVIA
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CENERE

🍂🏷 SAPONE ARTIGIANALE

Nella composizione di un detergente, la parte principale, escludendo l’acqua, è costituita da un tensioattivo, o da miscele di tensioattivi diversi.

I tensioattivi sono sostanze la cui molecola è formata da una parte affine all’acqua, ovvero quella idrofila, e una parte affine all’olio, ovvero quella lipofila.
In virtù di questo dualismo, i tensioattivi permettono ai grassi di sciogliersi in acqua, ovvero, consentono l’interazione di due sostanze notoriamente non miscibili tra loro, come ad esempio l'acqua e l'olio.

La saponificazione, ovvero la reazione chimica che, di fatto, produce il sapone, avviene quando una base alcalina, come la soda caustica o il potassio caustico, viene diluita in un liquido e fatta reagire con un acido debole, come grassi vegetali o animali.
Si usa la soda caustica (idrossido di sodio) per produrre saponi solidi mentre il potassio caustico (idrossido di potassio) si usa per i saponi liquidi.

La cenere può fungere da sostituto della soda caustica, ed è perfetta per la preparazione del sapone solido.

Va ricordato che i saponi artigianali non riescono a svolgere bene la propria funzione detergente in acque dure, ricche di calcio e magnesio, perché precipitano sotto forma di sali insolubili.

Guarda anche https://www.autoproduco.it/saponificazione/

I trigliceridi o i grassi possono essere di origine animale o vegetale, e determinano le caratteristiche del sapone, come la consistenza, proprietà ed effetti sull’epidermide, tempo di conservazione e altri ancora.

Gli oli vegetali si suddividono in oli di base, come l’olio di oliva o di cocco, che dà consistenza al sapone, e oli nutrienti, prevalentemente insaturi come l’olio di mandorle, di girasole o di jojoba, che si aggiungono in percentuali variabili per arricchirne la formula, così da accrescerne le proprietà idratanti, emollienti o nutritive.

Ogni olio necessita di uno specifico quantitativo di soda caustica, necessario alla trasformazione del trigliceride in sapone.
Quasi sempre la soluzione migliore è utilizzare una mescola di differenti grassi.
Unica eccezione, l'olio di oliva che si può utilizzare anche puro per la produzione di saponi, poiché è più raffinato e contiene meno sostanze che ostacolano la saponificazione ed è, quindi, il grasso di base per eccellenza per un sapone naturale.


🍂🏷 SAPONE DI LISCIVIA E OLI ESSENZIALI

Mescola 200 ml di acqua con 100 ml di liscivia, precedentemente preparata, con l'aggiunta di alcuni oli essenziali.

Metti la liscivia in un pentolino con un po’ di acqua e porta ad ebollizione, mescolando ogni tanto.
Quando la miscela risulta abbastanza densa, spegni il fuoco e lasciala raffreddare.

Quando si è completamente raffreddata, utilizza un frullatore ad immersione, e poi versa il tutto negli stampini.
Aggiungi gli oli essenziali, a tuo piacimento, nella proporzione di 30 gocce per 250 gr di sapone, dopodiché lascia lo stampino a riposo per 3 giorni.

Sforma la saponetta ottenuta con un colpo secco, per evitare di romperla e lasciala riposare per altri 3 giorni.


🍂🏷 SAPONE DI CENERE SODA E FARINA

Ti basteranno, 2 litri d'olio, 200 gr di cenere , 200 gr di farina bianca, 300 gr di soda caustica e 6 litri d'acqua.

Fondamentale è utilizzare soda caustica pura, e non prodotti a base di soda, che comprometterebbero il processo e il risultato della formula.

Mescola, quindi, la farina e la cenere in 3 litri d'acqua, mescolando continuamente e lentamente per circa mezz'ora, aggiungendo l'acqua poco alla volta.

Dopodiché aggiungi lentamente tutto l'olio.

Scalda i restanti 3 litri d'acqua fino al primo bollore, e fai sciogliere la soda caustica.
Una volta raffreddata, aggiungi l'acqua nella miscela di cenere e farina.
Mescola con cura e lascia depositare.

A questo punto puoi versare il composto negli stampi e lasciare stagionare il tutto per oltre un mese.

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Lavare con la cenere e con i saponi artigianali..pdf
1.6 MB
M A K E D O

🍂🏷 LAVARE CON LA CENERE E CON I SAPONI ARTIGIANALI

La ricerca serve per stimolare altre ricerche, altro sapere, altre conoscenze, per costruire ponti nel dialogo tra le genti e tra i popoli.

Se sei curioso di approfondire alcune attività artigianali e tradizioni popolari, questo documento potrebbe interessarti.

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🌱🏷 EVENTI PER LO SCAMBIO DI SEMENTI
https://www.agendacontadina.it/calendario-eventi/calendario-eventi_scambio-semi

Se sei un amante della biodiversità, e hai a cuore il tema della conservazione dinamica della diversità nei sistemi agricoli, questo calendario degli eventi potrebbe interessarti.

Un'occasione per confrontarsi, dove poter tramandare, scambiare, diffondere e scoprire conoscenze.

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🌱🏷 SAPONARIA OFFICINALIS L.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Saponaria_officinalis

La Saponaria Officinalis è una pianta spontanea plurienne, con ciclo vitale, annuale, biennale o perenne, della famiglia delle Caryophyllaceae.

Il genere Saponaria comprende circa 20 piante rustiche o semi rustiche, originarie dell’Europa e dell’Asia sud occidentale.

La specie Saponaria Officinalis identifica la Saponaria Comune.

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Fotografia di Kriss de Niort

🌱🏷 SAPONARIA COMUNE
https://t.me/makedolartedelsapere/126

La Saponaria Comune è una pianta erbacea perenne e rustica, che cresce spontanea nei fossi, lungo le strade, fra i cespugli e negli incolti dalla pianura nella zona submontana.

Il fusto, in questo caso, lo stelo, è eretto e glabro, ed è lungo dai 40 ai 70 cm.

Le foglie, da 4 a 12 cm, sono lanceolate, lisce e sottili, senza picciolo, opposte e con delle nervature parallele.
Nell'attaccatura delle foglie basali più grandi crescono altre foglioline.

I fiori, con cinque petali revoluti, formano dei grappoli, e si aprono alla sera.
Il loro colore varia dal bianco, fino alle tonalità più decise del rosa.

Il frutto è una capsula oblunga, e contiene numerosi piccoli semi.

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SAPONARIA COMUNE

🪴🏷 COLTIVAZIONE DELLA SAPONARIA COMUNE

Va ricordato che la Saponaria Comune è una pianta spontanea, quindi, il modo ideale per coltivarla, è ricreare l'ambiente favorevole ad essa, imitando le caratteristiche del suolo dove, appunto, solitamente nasce spontaneamente.
Noterai che si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, ma preferisce i terreni sciolti, ben drenati e che siano neutri o leggermente alcalini.

La Saponaria Comune fiorisce nel periodo estivo, tra Giugno e Settembre, ed i fiori, si sviluppano fino all’arrivo dei primi freddi.

Se vuoi evitare che la pianta si auto dissemini nel bel mezzo dell'autunno, e vuoi prolungarne la fioritura, è consigliabile eliminare i fiori man mano che appassiscono, e di potarla energicamente, affinché la pianta riesca a mantenere un portamento compatto più a lungo, lasciando così, anche più spazio ai nuovi getti.
Ti basterà effettuare il solito taglio obliquo, appena sopra un nodo della pianta.

Può essere coltivata anche in vaso ma occorre tenere presente che la pianta non ama i rinvasi.

Guarda anche https://www.ideegreen.it/saponaria-comune-pianta-perenne-134095.html

La Saponaria Comune è una pianta sulla quale non insorgono malattie specifiche.
L’unica cosa a cui occorre fare attenzione è il marciume radicale.
Ciò avviene nel momento in cui la pianta si mette a dimora in un terreno poco drenato, o se si annaffia troppo spesso, soprattutto se tenuta in vaso.

Ti consiglio di non disporre la pianta in zone frequentate da animali domestici.


🏷 MOLTIPLICAZIONE

La moltiplicazione manuale della pianta di Saponaria Comune, può avvenire mediante seme, talea o utilizzando i cespi dell’anno prima.

La propagazione mediante seme deve avvenire durante la stagione primaverile.
Ti basta seminare a spaglio, e una volta germogliate le piantine, diradarle, così da distanziarle.

La diffusione mediante talea si pratica nella stagione estiva.
Occorre recidere un ramo semilegnoso della pianta madre, metterlo in vaso, annaffiarlo e aspettare che si formi l’apparato radicale.
In questo caso, è consigliato utilizzare parti di rami di circa 10 cm di lunghezza, e di eliminare le foglie che si trovano più in basso.

La divisione dei cespi, invece, si può fare a Marzo, appena le piante iniziano a vegetare, oppure a Ottobre.
Una volta divisi, i cespi devono essere subito rimessi a dimora.

Sebbene, come già menzionato, non è una pianta che ama i rinvasi, risulta più facile, però, tenere sotto controllo una talea in un vaso, piuttosto che una talea messa direttamente a terra.

Il vaso, infatti, all'inizio va messo all'ombra, in una zona calda, mantenendo costantemente il terriccio umido.
Nel momento in cui nascono i primi germogli, significa che la talea ha radicato, quindi, è consigliabile spostare il vaso in pieno sole, poiché la mezz’ombra, per una pianta adulta di Saponaria Comune, è opportuna solo nel caso di estati molto calde.

Guarda anche https://www.elicriso.it/it/come_coltivare/saponaria/

Se hai intenzione di trapiantare le piantine direttamente a terra, non resta che attendere che la pianta si irrobustisca per bene, per poi metterla a dimora definitiva, operazione che generalmente si esegue prima dell’autunno.


🏷 RACCOLTA E CONSERVAZIONE

Le foglie della Saponaria Comune vanno raccolte in estate, quando la pianta sta per fiorire, i fiori si raccolgono prima che appassiscano, mentre gli steli, il rizoma e le radici si prelevano nella stagione autunnale.

Le foglie e i fiori si essiccano all’ombra, e si conservano in recipienti ben chiusi.

Le radici, o il rizoma, invece, dopo essere stati sminuzzati, si fanno essiccare al sole e si conservano in sacchetti di tela, al riparo dall’umidità e dalla polvere.

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